Decreto Rilancio le anticipazione su: CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO ALLE AZIENDE.

Per ottenere i contributi a fondo perduto previsti dal decreto Rilancio (Al momento non ancora disponibile nella sua versione definitiva) sarà necessario presentare domanda all’Agenzia delle Entrate in modalità telematica, autocertificando la sussistenza dei requisiti prescritti.
Solo dopo l’erogazione dell’indennizzo Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza effettueranno i controlli di merito. La procedura di erogazione si ispira, quindi, all’obiettivo della massima celerità, fondandosi sull’automatismo tra la richiesta e l’effettivo riconoscimento dell’indennizzo.

L’intervento con indennizzo a fondo perduto intende colmare le tante critiche che i finanziamenti a tassi agevolati con garanzia dello Stato al 100% e tetto massimo di 25.000 euro hanno subito soprattutto in relazione alla non uniformità nell’implementazione della procedura da parte degli istituti bancari, alla mancanza di flessibilità nella definizione del piano di ammortamento e rispetto ai tempi di erogazione dei finanziamenti che si sono rivelati, mediamente, lunghi oltre ogni aspettativa.
Le richieste di piccoli prestiti sono, ad oggi, circa 117 mila; un numero piuttosto basso considerando la platea dei potenziali beneficiari. Stando ai dati, 140.688 sono il totale dei prestiti richiesti per un importo che conta complessivamente oltre 7 miliardi di euro e, secondo quanto affermato dal Mediocredito Centrale, 117.000 afferenti prestiti fino a 25 mila euro per un importo finanziato che complessivamente supera i 2,5 miliardi.

Al fine di ottenere il contributo bisognerà presentare domanda all’Agenzia delle Entrate in modalità telematica, autocertificando la sussistenza dei requisiti previsti dal decreto Rilancio.
Solo dopo l’erogazione dell’indennizzo, verranno effettuati da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza i controlli di merito.
La procedura di erogazione si ispira (secondo la Relazione) all’obiettivo della massima celerità, fondandosi sull’automatismo tra richiesta ed effettivo riconoscimento dell’indennizzo.
È previsto, a partire dalla data che verrà disposta dall’Agenzia delle Entrate, un lasso temporale di 60 giorni per poter inviare la richiesta. Insieme all’istanza bisognerà presentare, inoltre, l’autocertificazione di regolarità antimafia. Le modalità tecniche di effettuazione dell’istanza, il suo contenuto informativo, i termini di presentazione saranno definiti con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate.
Sulla base delle informazioni contenute nella domanda, il contributo a fondo perduto verrà corrisposto dall’Agenzia delle Entrate mediante accredito diretto sul conto corrente bancario o postale intestato al soggetto beneficiario.
Per ottenere il contributo a fondo perduto, il beneficiario è tenuto, di conseguenza, a dimostrare di aver subito significative perdite a causa dell’emergenza Coronavirus.
Presupposto che non si applica a coloro i quali hanno avviato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019 o che hanno domicilio fiscale o sede operativa nei comuni che erano già stati individuati “zona rossa” prima del successivo ampliamento dello stato di emergenza a tutto il territorio nazionale.
Gli indennizzi potranno essere richiesti anche da imprese agricole e cooperative e non saranno cumulabili, inspiegabilmente, con i bonus da 600 euro, nel caso dei professionisti, che continueranno però a beneficiare di quest’ultima misura che, nella sua versione aggiornata, incrementerà l’indennizzo a 1.000 euro.
Cumulo possibile, invece, per artigiani e commercianti.

Successivamente all’erogazione del contributo l’Agenzia delle Entrate comunicherà in via telematica alla Guardia di Finanza i dati pervenuti, che verranno poi riscontrati con quelli in possesso del Ministero dell’Interno.
Per tutti i casi di ottenimento del contributo, che risulti in tutto o in parte non dovuto, verrà applicato l’art. 316-ter del Codice penale, vale a dire indebita percezione e truffa ai danni dello Stato.
È bene precisare, inoltre, che qualora dalle verifiche dell’Agenzia delle Entrate dovesse emergere la non veridicità dei dati contenuti nella richiesta, l’importo erogato sarà totalmente recuperato, maggiorato di sanzioni dal 100 al 200% oltre interessi. Nel caso di false dichiarazioni nella certificazione di regolarità antimafia è previsto il carcere da 2 a 6 anni.
Come calcolare il contributo a fondo perduto: esempio pratico
Per quantificare il contributo, occorre applicare una percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato o dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e quelli di aprile 2019.
Il parametro da applicare, per richiedenti che contano ricavi o compensi non superiori a 400.000 euro è il 20%; il 15% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 400.000 euro e sino a 1 milione e, infine, il 10% per ricavi o compensi oltre 1 milione e fino a 5 milioni.
Il minimo erogabile sarà comunque di 1.000 euro, per le persone fisiche e di 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.
Il meccanismo di calcolo prevede che se un’azienda o un libero professionista, ad esempio, ha prodotto ricavi inferiori a 400.000 nel 2019 e un fatturato di 30.000 euro nel mese di aprile 2019 e pari a zero nell’aprile 2020, avrà diritto ad un sostegno del 20% calcolato sulla differenza tra i due periodi di imposta che, nel caso in specie, conta 30.000 euro.
Il contributo a fondo perduto erogabile al richiedente, in questo caso, sarà pari a 6.000 euro.