Le probabili forme di aiuto alle imprese, in attesa della versione finale del Decreto liquidità.

Un doppio ordine di garanzie per far arrivare risorse fresche alle imprese messe in difficoltà a causa dell’emergenza economica causata dal Coronavirus.
Lo mette in campo il decreto Liquidità, varato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 6 aprile 2020.
Il primo farà riferimento al Fondo centrale di garanzia PMI, ulteriormente rafforzato, dopo l’intervento del decreto Cura Italia (D.L. 18/2020).
Il secondo ordine di garanzie sarà rilasciato da SACE e interesserà tutte le imprese, senza limiti di fatturato.

Fondo di garanzia PMI
Per il Fondo di garanzia, il decreto Liquidità, sostituendo il contenuto dell’articolo 49 del decreto Cura Italia, ne prevede l’estensione per tutto il 2020 alle imprese fino a 499 dipendenti.
Sempre fino al 31 dicembre 2020, inoltre, l’importo massimo garantito per impresa e professionista sarà aumentato a 5 milioni di euro e la garanzia sarà gratuita.
Secondo la bozza del decreto, saranno ammissibili alla garanzia del fondo, con copertura al 100% sia in garanzia diretta che in riassicurazione, i nuovi finanziamenti ottenuti dalle piccole e medie imprese e dalle persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni la cui attività d’impresa è stata danneggiata dall’emergenza Covid-19 (come da dichiarazione autocertificata ai sensi dell’articolo 47 del D.P.R. n. 445/2000), purché tali finanziamenti:
- prevedano l’inizio del rimborso del capitale non prima di 24 mesi dall’erogazione;
- abbiano una durata fino a 72 mesi;
- siano di importo non superiore al 25% dell’ammontare dei ricavi del soggetto beneficiario, come risultante dall’ultimo bilancio depositato o dall’ultima dichiarazione fiscale presentata alla data della domanda di garanzia ovvero, per i soggetti beneficiari costituiti dopo il 1° gennaio 2019, da altra idonea documentazione, e, comunque, non superiore a 25.000 euro.
Per tali finanziamenti la garanzia sarà concessa automaticamente, senza valutazione e il soggetto finanziatore eroga il finanziamento coperto dalla garanzia del Fondo, subordinatamente alla verifica formale del possesso dei requisiti, senza attendere l’esito definitivo dell’istruttoria da parte del gestore del Fondo medesimo.
Per le imprese con un ammontare di ricavi non superiore 3,2 milioni di euro, la garanzia sarà pari al 90%, ma potrà arrivare al 100% con la controgaranzia di Confidi. I prestiti devono essere d’importo non superiore al minore tra il 25% dei ricavi e l’importo di 800.000 euro.
Potranno accedere al Fondo anche imprese con inadempienze probabili o con esposizioni “scadute o sconfinanti deteriorate”, purché la classificazione sia successiva al 31 gennaio 2020, e le imprese ammesse alla procedura del concordato con continuità aziendale dopo il 31 dicembre 2019.
Le garanzie al 100% si prevede saranno essere immediatamente operative, mentre l’estensione al 90% sarà soggetta all’autorizzazione della Commissione UE (i ministeri interessati contano che il via libera possa arrivare in pochi giorni).

Garanzie SACE
Con l’intervento di SACE, controllata al 100% da Cassa Depositi e Prestiti, si concederanno garanzie fino 200 miliardi di euro, di cui almeno 30 destinati alle PMI, inclusi i lavoratori autonomi e i liberi professionisti titolari di partita IVA, che abbiano pienamente utilizzato la loro capacità di accesso al Fondo di garanzia PMI (5 miliardi di euro).
A tal fine è prevista la creazione di un fondo con una dotazione pari a 1 miliardo di euro, in capo al Ministero dell’Economia.
Stando alla bozza del decreto, la garanzia potrà rilasciata fino al 31 dicembre 2020 per finanziamenti di durata non superiore a 6 anni, con la possibilità per le imprese di avvalersi di un preammortamento di durata fino a 24 mesi.
L’importo del prestito assistito da garanzia non potrà superiore al maggiore tra il 25% del fatturato annuo dell’impresa relativi al 2019 e il doppio dei costi del personale dell’impresa relativi al 2019.
Previsti tre soglie di garanzia:
- 90% per le aziende con meno di 5.000 dipendenti e 1,5 miliardi di fatturato;
- 80% con più di 5.000 dipendenti e fatturato fino a 5 miliardi;
- 70% per le imprese con valore del fatturato superiore a 5 miliardi.
Il finanziamento coperto dalla garanzia dovrà essere destinato a sostenere costi del personale, investimenti o capitale circolante impiegati in stabilimenti produttivi e attività imprenditoriali che siano localizzati in Italia, come documentato e attestato dal rappresentante legale dell’impresa beneficiaria.
L’impresa che beneficia della garanzia dovrà assumere l’impegno:
- che essa, nonché ogni altra impresa che faccia parte del medesimo gruppo cui la prima appartiene, non approvi la distribuzione di dividendi nei 12 mesi successivi all’erogazione del finanziamento;
- a gestire i livelli occupazionali attraverso accordi sindacali.
Il nuovo strumento dovrebbe essere partire in pochi giorni. Secondo le anticipazioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze si sta mettendo in campo una task force integrata con il sistema bancario e SACE per renderlo immediatamente operativo.
Garanzie per l’export
Il decreto potenzia anche il sostegno pubblico all’esportazione, introducendo un sistema di coassicurazione in base al quale gli impegni derivanti dall’attività assicurativa di SACE sono assunti dallo Stato per il 90% e dalla stessa società per il restante 10%, liberando in questo modo fino a ulteriori 200 miliardi di risorse da destinare al potenziamento dell’export. L’obiettivo è di consentire a SACE di far fronte alla crescente richiesta di assicurare operazioni ritenute di interesse strategico per l’economia nazionale che la società non avrebbe altrimenti la capacità finanziaria di coprire.